The long riders: un western romantico
A cura di: Imma Di Tella
The long riders è un film di Walter Hill del 1980 da 1 ora e 39 minuti, appartenente a quella corrente che chiamiamo new hollywood, pregna dei così detti hard boys (uomini duri) che vede la nuova ondata di attori ma soprattutto di registi che riprendono e omaggiano i loro maestri ma rimescolandone i generi. Come appunto the long riders(in italiano i cavalieri dalle lunghe ombre), un western che ha il richiamo sicuramente del maestro John Ford e che per alcuni punti ricorda la più famosa “Grande rapina al treno” di Porter ma con contorni drammatici e a tratti anche romantici.
La pellicola appunto, narra dei fratelli Younger, Miller e James appena dopo la guerra di secessione, schierati dalla parte dei sudisti: “Chi lo sapeva che stare dalla parte del sud mi avrebbe aiutato”.
Pronti a derubare treni e soprattutto banche ma contrastati dai Pinkerton che per errore uccideranno il fratello Younger disabile di 15 anni trasformando la banda da carnefici a vittime: “Hai trasformato quei delinquenti in eroi”.
Degno di nota è certamente lo scontro a fuoco finale a regola d’arte con montaggio parallelo, alternato a rallenty.
Al contrario di the drivers, dove vediamo dei flat character (personaggi piatti) che richiamano forse più archetipi che personaggi ben definiti, qui, vediamo i fratelli Younger, Miller e James in tutte le loro sfumature. Sono uomini, anzi rapinatori, molto carismatici, degli hard boys a 360 gradi che sanno rubare la scena oltre che denaro merito anche della bravura attoriale.
Hill però ha saputo dare spazio e caratterizzazione anche alle co-protagoniste femminili, entrambe con un ruolo sociale forte e scabroso per la società dell’800 come la prostituta orgogliosa e la donna di borghesia fedifraga. La pellicola inizia con una lunga sequenza della banda a cavallo che scorrazza felice senza regole e finisce con un treno che parte, segno forse, che la società dopo la guerra sta cambiando e che nulla sarà più come prima.