L’Evangelario di Ebbone
RUBRICA – DOSSIER
Ogni volta che qualcuno usa il Medioevo come paradigma di arretratezza culturale, ci sarebbe da sventolargli in faccia il Vangelo di Ebbone con le sue miniature dalla sensibilità moderna e inquieta che rappresentano i quattro evangelisti come visionari isterici e folli.
I capelli serpentini, le espressioni nervose, il tratteggio elettrico delle vesti e del paesaggio, le lumeggiature impossibili che squarciano il buio come sarà secoli dopo in Tintoretto ed El Greco.
Potrebbero essere immagini uscite dalla fantasia ottocentesca o dai pennelli degli espressionisti di inizio Novecento, invece furono prodotti da anonimi miniatori nel cuore del Medioevo poco dopo l’incoronazione di Carlo Magno a imperatore: inizio nono secolo. O forse, per qualche strana apertura spazio-temporale, fine diciannovesimo.
© Testo di Salvatore Setola
In copertina: Particolare della miniatura di San Matteo nell’Evangelario di Ebbone – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).