Le gesta eroiche del feudatario Giacomo Carbone
RUBRICA – GIGULIANO STORIA PATRIA
Esiste una sola storia patria – quella conforme a quanto riportato da Agostino Basile – a noi solo il compito di procedere per integrazioni!
Vedo che ancora molta confusione opera nei ricostruttori, in alcuni casi distruttori, della storia di Giugliano. A tal fine, è opportuno fare una precisazione iniziale. Il termine feudale aveva una valenza giuridica, ben precisa. Solo quando concesso da un’investitura, o riportato nei Regi Assensi, poteva essere utilizzato negli atti di trasmissione. Nei limiti delle prescrizioni regie dava autonomia al feudatario. I Territori, tranne alcuni casi in cui appartenevano allo Stato Pontificio, erano sempre del Regno di Napoli, con la previsione della confisca per fellonia (delitto di tradimento della fede giurata dal vassallo al re).
Enclavi autonome nel Regno di Napoli, in grado di condizionare feudi con il “mero et mixto imperio” restano, se pronunciate, solo ridicole fantasie. Non tutti conoscono le gesta eroiche di Giacomo Carbone, colui che ebbe il merito di riunire più territori sotto un unico feudatario.
Anno 1529, nel “Rilevio” del magnifico Giovan Berardino Carbone, per morte di Giacomo suo padre, ritroviamo due partite della “Villa di Giugliano“, in pertinenza della diocesi Aversa. Nella quale villa di Giugliano, vi sono tra le altre entrate: “lo feudo delli Carbuni“, “lo feudo di Figliomarini“, “lo feudo di Vulcani“, e “lo feudo dell’Abate di Cappella” (originata da rendite dei basiliani napoletani).
Il testamento, allegato al diploma ed al regio-exequatur del 1529, esalta le gesta del feudatario di Giugliano, mai arresosi ai francesi nell’invasione perpetrata dallo spietato Conte di Lautrech.
<<Repetentes nobis cum varia utilia, nobisque gratissima obsequia, et servitia, quae lllustris fidelis nobis dilectus Ioannes Bernardinus Carbonus ab ineunte aetate sua animo indefesso, et constanti Invictissimo Genitori nostro, nobisque incessanter praestitit tum in propugnanda defendendaque civitate nostra Neapolis, dum a Gallicis duce Lautrech obsideretur, in qua eius genitor, palruus, et frater strenue, et constanter in propugnatione ipsius civitatis se gerendo multa et praeclara facinora antequam vitam eacalassent praestiterunt, lum ettan quae in aliis ejusden regni turbationibus, invasionibus, et expeditionibus, in quibus nihil quod ad strenuum Ducem optimumque militem decebat, praeter misit. Quare his et aliis considerationibus adducti, actendentesque egregias virtutes generisque nobilitatem aliasque animi, ct corporis dotes, etc. etc. prae fatum Ioannem Bernardinum Carbonum dictae terrae eiusque haere des et successores ea corpore legitime descendentes ordine successivo facimus , creamus et ordinamus>>.
Estratto del Rilevio del 1529
© Testo di Arturo D’Alterio
In copertina: Stemma della famiglia Carbone – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).