La verità sui Regi Lagni, un “falso storico” del Regno di Napoli
RUBRICA – GIUGLIANO STORIA PATRIA
La storia del Vicereame di Napoli corrispose al periodo dei fasti e della completa indipendenza dei Territori giuglianesi. I banchieri Pinelli, tra i maggiori creditori del Vicereame , assunsero l’importante carica di Gran Cancelliere del Vicereame di Napoli (come nel caso di Cosimo I Pinelli e di Cosimo II Pinelli).
I vicerè governarono il Regno di Napoli sottomettendo i vecchi baroni alla propria autorità (si usa infatti l’espressione “baronaggio domato“). Contestualmente concessero maggiore autonomia ai nuovi feudatari capaci di sostenere i costi della difesa militare. L’autonomia risultò ancora più accentuata, nei feudi dei componenti della cosiddetta “Nazione genovese“, in ossequio alle disposizioni dei Re di Spagna (bisognosi anche essi dei denari dei banchieri genovesi).
Le condizioni economiche e sociali nel Regno di Napoli non furono uniformi, ma differirono anche notevolmente tra le singole città. I circa sessanta vicerè spagnoli che si susseguirono nel tempo, governarono in modo differente. Nonostante le difficoltà, effettuarono opere pubbliche di grande rilievo, da molti attribuite erroneamente ai re della dinastia dei Borbone-Due Sicilie.
Una su tutte, i Regi Lagni e la conseguente bonifica della Campania Felix. La costruzione di questa importante opera di ingegneria idraulica, iniziata nel 1592 dal viceré Don Pietro Toledo su progetto dell’ingegnere maggiore del Regno, Domenico Fontana. Dopo un periodo di stallo, fu ripresa nel 1606 dal vicerè Pedro Fernandez di Castro, completata nel progetto dal figlio di Domenico Fontana, ingegnere maggiore del Regno, Giulio Cesare Fontana.
© Testo di Arturo D’Alterio
In copertina: Carta “Terra di Lavoro olim Campania Felix” di Jansson – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).