150 dalla Breccia di Porta Pia

150 dalla Breccia di Porta Pia

RUBRICA – REPORTAGE

(a cura di Anna Abate)

Sembra fatto apposta: votare un referendum costituzionale sull’architettura della rappresentanza degli italiani nel centocinquantenario del in cui gli italiani facevano l’Italia. Infatti se il 20 Settembre 2020 la data finalmente fissata per l’election day che unisce referendum, regionali ed amministrative il 20 Settembre 1870 il “Progetto Italia” poteva dirsi fatto con la Presa di Roma.

Era questo il giorno in cui le truppe italiane – tutti noi pensiamo al corpo dei bersaglieri quando immaginiamo la battaglia – fecero breccia nelle mura della Città eterna. Il punto scelto per l’assedio fu Porta Pia, una delle porte delle mura aureliane di Roma.

La breccia, qualche decina di metri sulla destra di Porta Pia (in una foto di Lodovico Tuminello)

Riecheggiano forti le parole che dieci anni prima dei fatti romani, l’11 Ottobre 1860, il conte Camillo Benso di Cavour aveva pronunciato nel piccolo Parlamento del Regno di Sardegna: <<La nostra stella, o Signori, ve lo dichiaro apertamente, è di fare che la città eterna, sulla quale 25 secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno Italico>>. Un discorso, questo di Cavour, che gettava una linea programmatica per l’unità politica e culturale degli italiani che sarebbe rimasto attuale almeno fino alla Grande Guerra. E forse lo è ancora oggi!

© Testo di Anna Abate
In copertina: Il maggiore Giacomo Pagliari, comandante del 34º Bersaglieri, colpito a morte durante la presa di Porta Pia – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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