Un affresco che non rende giustizia!

Un affresco che non rende giustizia!

RUBRICA – GIUGLIANO STORIA PATRIA

(a cura di Arturo D’Alterio)

Prima ancora di Agostino Basile nel 1800, Fabio Sebastiano Santoro nel 1715, fu Giuseppe d’Orta a scrivere di nel 1607 di Storia Patria. Il parroco della chiesa di San Giovanni a campo, nel capitolo “De Parochia e Parochianis” del libro “Speculum Parochorum et Confessarium“, dedica nove pagine alla sua patria.

Dichiara che nei registri parrocchiali risultavano 6600 anime. Il doppio del risultato del moltiplicatore dei 742 fuochi familiari (742× 4. 5 = 3339 abitanti) attribuiti dalla Regia Camera. Descrive la sua Giugliano, come luogo di apprezzati dottori, magistrati e professori in teologia. Illustra lo stemma cittadino, nella giovane donna vestita, gravida e dormiente, distesa sul lido cumano.

L’evoluzione dal 1607, fino all’anno che si vuole attribuire al dipinto (1630), fu per Giugliano di un ulteriore miglioramento generalizzato. Nella prima metà del XVIII sec. accrebbe la sua popolazione, fino ad arrivare a diecimila abitanti. Dal punto di vista urbanistico, l’agorà si pregiava del prospetto del palazzo fortezza baronale, progettato da Giovanni Francesco de Palma, e della nuova e più ampia chiesa laicale di Santa Sofia V. M., disegnata da Domenico Fontana.

Il suo territorio per estensione superava Napoli e i suoi casali. Per Giugliano Storia Patria trattasi solo di conferme, gli studi indipendenti effettuati avevano già portato a tali conclusioni. (foto del dipinto da Archivio Area giuglianese)

© Testo di Arturo D’Alterio
In copertina: Particolare dell’affresco conservato nel convento di Santa Maria delle Grazie a Giugliano – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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