Nella città normanna è sepolto un antipapa
RUBRICA – FOLCLORE AVERSANO
Gaetano Parente nel suo “Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa” scrive: <<Alberto atellano antipapa creato in scisma contro Pasquale II nell’anno 1101, et poi preso fu condennato a perpetuo carcere nel Monistero di S.Lorenzo, come dicono tutti li scrittori della vita di Pontefici antichi, et moderni…>>.
Alberto da Atella, fu uno degli antipapi che dovette affrontare Rainiero, il quale diventerà nel 1099 il futuro papa Pasquale II. I secoli XI e XII, hanno conosciuto il periodo della “lotta per le investiture“, che vide lo scontro tra il Papato e il Sacro Romano Impero ed ebbe per oggetto la concessione dell’investitura imperiale delle regalie (i diritti pertinenti al regno o pubblici) agli ecclesiastici. Tale “lotta” consisteva nella disputa tra Papato e Impero riguardo a chi dovesse dare il titolo di vescovo ad un membro della società ecclesiastica, la cosiddetta “investitura episcopale“.
Un clima di tensione, questo, che porterà lo stesso Pasquale a scontrarsi con gli antipapi imperiali Clemente III, Teodorico e Alberto d’Atella, vescoco di Sabina, a cui toccò un’amara sorte. L’Atellano, fu anticardinale e antivescovo della diocesi di Santa Rufina, venne eletto antipapa nel Febbraio 1101 in seguito all’arresto e l’imprigionamento dell’antipapa Teodorico.
Della sua precedente vita, sappiamo solo che fu nominato vescovo dall’antipapa Clemente III nel 1084 e che, nell’Agosto 1098, incoraggiati dall’imperatore Enrico IV, i seguaci di Clemente III che avevano eletto Teodorico, si riunirono nella Basilica dei Santi Apostoli ed elessero Alberto in contrapposizione a papa Pasquale II. Poco dopo la sua elezione, però, scoppiò una sommossa. Lo stesso Alberto tentò di rifugiarsi nella basilica di San Marcello (uno dei punti di riferimento dei clementini) dove però i suoi sostenitori furono raggiunti e sconfitti. Alberto si nascose presso un simpatizzante dei clementini ma quest’ultimo si lasciò persuadere e lo consegnò al pontefice. Alberto fu così portato di fronte a Pasquale II nel Palazzo del Laterano dove il papa gli strappò il pallio e lo fece trascinare a coda di cavallo per la città, fu poi rinchiuso in una torre e, in seguito, esiliato nel monastero di San Lorenzo di Aversa dove finì i suoi giorni come monaco in una data imprecisata verso il 1102. Il suo successore fu l’antipapa Silvestro IV.
Sempre Parente nel suo “Tesoretto” riporta due iscrizioni lapidarie, la prima dice: <<Alberto pseudo pontefice, cittadino atellano, gloriando prepotere il trionfo d’un giorno alla maladizione dei secoli, s’intronizzò sullo sgabello di Piero, finchè da quella sublime altezza ruinando precipite qui riparò nel chiostro di S.Lorenzo suo carcere ed asilo dove visse la vita delle memorie disebbriato dal fugace riso di fortuna>>.
L’altra iscrizione si esprime invece cosi: <<…sia registrato il nome di Alberto pseudo papa che d’abbagliante fulgore in profondo buio disceso la passata grandezza diletta larva idolatrò finchè visse>>.
© Testo di Luigi Cipullo
In copertina: Facciata del’abbazia di San Lorenzo ad Septimum – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).